O cara moglie
O cara moglie
O cara [C]moglie, sta[G7]sera ti [C]prego,
dì a mio [F]figlio che [G7]vada a dorm[C]ire,
perchè le [F]cose che [G7]io ho da [C]dire
non sono [F]cose che [G7]deve sen[C]tir. [G7]
Proprio sta[C]mane [G7]là sul la[C]voro,
con il sor[F]riso del [G7]caposezi[C]one,
mi è arri[F]vata la [G7]liquidazi[C]one,
m’han licenzi[F]ato [G7]senza pie[C]tà. [G7]
E la ragione è perchè ho scioperato
per la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro, della libertà.
Quando la lotta è di tutti per tutti
il tuo padrone, vedrai, cederà;
se invece vince è perchè i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.
Questo si è visto davanti ai cancelli:
noi si chiamava i compagni alla lotta,
ecco: il padrone fa un cenno, una mossa,
e un dopo l’altro cominciano a entrar.
O cara moglie, dovevi vederli
venir avanti curvati e piegati;
e noi gridare: crumiri, venduti!
e loro dritti senza guardar.
Quei poveretti facevano pena
ma dietro loro, la sul portone,
rideva allegro il porco padrone:
l’ho maledetto senza pietà.
O cara moglie, prima ho sbagliato,
dì a mio figlio che venga a sentire,
chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà/x2
chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.